giovedì 16 agosto 2012

L'amore estivo
La casa al mare parte 2

Andarsene via, forse non rivedersi più.

Pablo ed io abbiamo iniziato a ricordare tutti i piccoli grandi amori nati durante i periodi trascorsi alla casa al mare. Ci vuole un certo stomaco a iniziare una relazione che si sa, nella maggior parte dei casi, dura soltanto il tempo delle vacanze. Eppure lo si faceva, certe volte lo si fa ancora. Sì, perché non pensi mai che devi andartene via, non riesci mai a immaginare che tornerà il freddo polare. La vita è una lista di numerosi addii, una serie di finti arrivederci. E allora ci si dice: “poi ci vediamo”, “chiamami qualche volta”, “poi ti invito a casa”. Il tempo passa. Nessuno quasi mai si rincontra.
Un amore estivo te lo ricordi per sempre. Quello è l’unico amore che conta. La forma più pulita, più incontaminata d’amore. Lontano dalla città, da quello che tu rappresenti (o credi di rappresentare) nel contesto sociale, lontano da un mondo pieno di cose, di case e chiese, è possibile attribuirgli un carattere autentico. Lei ti è accanto. Non serve altro. Non c’è niente a cui pensare, niente da capire. Ti sembra di vivere una favola: mare, sole, feste, no scuola, no lavoro. Dura poco. Il tempo di una vacanza.
La consapevolezza che arriverà “il saluto”, “l’arrivederci”, “l’ultimo bacio”, aumenta però ora dopo ora, gesto dopo gesto, sguardo dopo sguardo. Dovrai tornartene da dove sei venuto. Sarai di nuovo una persona qualunque, ti rimischierai agli altri e gli altri si confonderanno con te. Continuerai a coltivare involontariamente una vita senza fama e piena di scelte sbagliate. Nulla sarà come qui, con lei, alla casa al mare; niente ti renderà tanto felice come vivere in questo modo, in questo mondo (im)possibile.

Se dovesse risuccedere però, se dovessi ancora una volta cadere nella trappola di un amore estivo, ne sono sicuro: quando arriverà il momento di allontanarci troverò le parole giuste; ti dirò addio con compostezza, senza concedermi alle bassezze tipiche dei saluti finali. E farai così anche tu.
Ci daremo la mano nello stesso modo di come quando ci siamo conosciuti e, emozionati, ci stringeremo l’ultima volta in un abbraccio consapevoli che una vita così non può esistere se non in questo posto e a queste condizioni. Arrendersi a questo tipo di ragionamento ci aiuterà nel breve periodo a non soccombere al vuoto. Ci renderà meno brutale la lontananza. Poi arriverà l’inverno e, per fortuna, faremo altro.

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