martedì 3 gennaio 2012

La stretta di mano di Francesco

Sto palesemente sulle palle a Francesco. Ci incontriamo spesso perché frequentiamo gli stessi posti. Quando lo noto, la scena è praticamente quasi sempre uguale: io gli passo accanto e lui si aspetta, come al solito, che gli tenda la mano per salutarlo. Cosa che poi, puntualmente accade. Mai che facesse lui il primo passo verso di me. L’ho abituato proprio male.
E’ una sensazione particolare: più capisco che proprio non mi può vedere e più lo cerco; non so se vi è mai capitato. Ultimamente ho anche privato la sua persona di un convenevole abbastanza frequente tra gli uomini educati: non gli rivolgo mai il più classico dei “tutto bene?”. Tanto fra l’altro già conosco la risposta. Quando glielo chiedevo ancora, mi rispondeva sempre: “A me tutto a posto!”. Ovviamente senza ricambiarmi questa inutile e talvolta fastidiosa “cortesia”. Grazie allora!
Dicevo, quindi gli tendo la mano (la destra) e la mia pelle viene a contatto con la sua. Ha le mani grandi Francesco, al contrario delle mie. Lui stringe, io stringo e basta così. Poi ci ignoriamo per tutta la serata. E meno male.
A volte mi capita però di trovarmi a discutere su argomenti più o meno importanti con altri assidui frequentatori dei locali di cui sopra e mi succede di condividere la discussione aimè anche con lui. Io faccio davvero di tutto per cercare di farmi apprezzare, perché so che in fondo in fondo potremmo anche trovare dei punti di incontro, capire che ci siamo sbagliati entrambi, ma ho sempre l’impressione che lui non voglia stabilire con me alcun tipo di contatto. Nulla che vada al di là di quella strana stretta di mano. Mi sento davvero un cretino quando c’è lui davanti. Dico cazzate. Intendo più del solito. Faccio gaffe su gaffe e mi agito tantissimo.  Allora gli ridò la mano, ma stavolta la sinistra, come a fargli capire che per lui questa è stata proprio l’ultima possibilità, saluto e me e vado.
E tu? Cosa fai Francesco?

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