mercoledì 27 giugno 2012

La casa al mare (che non ho).

Ora vorrei essere nel terrazzo della casa al mare (che non ho).
Non avere una casa al mare, per qualche ragione, può anche essere un bene. 
Ogni estate, se hai la possibilità economica di organizzarti una vacanza, abiterai per qualche giorno in un posto nuovo che considererai, anche se solo per un lasso di tempo piccolissimo, casa tua. Per la maggior parte della mia vita è stato così.
Negli ultimi anni, invece, mi capita di recarmi nella medesima dimora nei giorni centrali di agosto. Io ogni estate sono lì. Anche se non è casa mia. Un anno più vecchio e, allo stesso tempo, sempre più uguale a com’ero.
Mi fa sempre strano ritrovare le cose che lascio l’anno prima sparse in quei sessanta metri quadri d’agosto; lo faccio un po’ per caso, un po’ per gioco: un giornale, una bottiglia di vino finita, un souvenir dimenticato e mai più regalato. Cose che sapevano di me prima che io fossi come sono ora. Ognuno di quegli oggetti  riporta alla mia memoria estati calde, un po’ più allegre, un po’ più tristi, un po’ più confuse e un po' più piene di inconsapevoli scommesse.
Anche io, ogni agosto, mi ritrovo dopo essermi cercato per un anno intero: mi confronto, mi prometto (spesso le stesse cose); tiro conclusioni affrettate su ciò che sono stato negli ultimi dodici mesi. Mi siedo poi nel terrazzo di quella casa che mi accoglie senza chiedermi nulla in cambio e, mentre mi godo quell’inaspettato venticello che bramo per tutta la giornata, immobile finisco per pormi inesorabilmente sempre la stessa domanda: “come sarà l’inverno che verrà?”.