Molte persone portano braccialetti, anelli o catenine per anni e anni incollati al proprio corpo e, col tempo, considerano questi oggetti parte integrante della loro sagoma: una forma di comunicazione che compare, in verità, fin dal principio della storia dell’uomo. L'ornamento più estremo è il tatuaggio perché, essendo indelebile, non si può più decidere di toglierlo.
A differenza del tatuaggio, dietro un braccialetto “indelebile” c’è invece una scelta che il soggetto in questione riconferma ogni santo giorno.
Io sono una di quelle persone che per anni porta sempre gli stessi gadgets! Non conosco la storia dei “braccialetti degli altri” fino a quando non me la raccontano. A volte chiedo.
Pablo ha un braccialetto sul polso sinistro e mi è venuto in mente, in questa fredda estate, di domandargli da dove venga. Mi ha così raccontato una storia: ha iniziato dicendomi che quell’oggetto lo porta con se da circa trent’anni. Facendo due conti quindi da quando ne aveva circa cinquantacinque. Al contrario di come si possa pensare, a donarglielo, non è stata una persona che egli rammenta con malinconia, non rappresenta il ricordo di un periodo felice e non apparteneva nemmeno alla buonanima di suo padre! A regalarglielo è stata una persona che lo ha reso infelice per gran parte della sua vita. “Perché lo porti con te?”, allora gli ho domandato. Mi ha spiegato che portare quel bracciale è una scommessa con se stesso, una metafora su come affrontare il nemico a viso aperto, senza disprezzo (che non è da gentiluomini) ma anche senza nessuna pietà. Bisogna amare i propri nemici, ricordarsi che essi esistono e che grazie ad essi, in qualche modo, esistiamo anche noi. E Pablo se lo ricorda. Se lo ricorda bene. Ogni giorno sceglie di indossare quell’oggetto. Ogni gesto che compie è accompagnato dalla figura sorda del suo angelo nero.
Sì! Pablo è così! Vive di queste cose, di questi strani ragionamenti, di queste false o almeno strambe convinzioni. Vi assicuro però che è molto appassionante seguire i suoi discorsi e io non riesco a far fede con la scrittura al suo modo avvincente di raccontare.
Una cosa è certa: dietro un braccialetto, un anello, una catenina c’è sempre una storia ricca di spunti che vale la pena ascoltare. Perciò, se uscite con qualcuno e non sapete proprio di cosa parlare, scrutatelo; osservate con attenzione polsi, dita, collo e chiedete spiegazioni.
A differenza del tatuaggio, dietro un braccialetto “indelebile” c’è invece una scelta che il soggetto in questione riconferma ogni santo giorno.
Io sono una di quelle persone che per anni porta sempre gli stessi gadgets! Non conosco la storia dei “braccialetti degli altri” fino a quando non me la raccontano. A volte chiedo.
Pablo ha un braccialetto sul polso sinistro e mi è venuto in mente, in questa fredda estate, di domandargli da dove venga. Mi ha così raccontato una storia: ha iniziato dicendomi che quell’oggetto lo porta con se da circa trent’anni. Facendo due conti quindi da quando ne aveva circa cinquantacinque. Al contrario di come si possa pensare, a donarglielo, non è stata una persona che egli rammenta con malinconia, non rappresenta il ricordo di un periodo felice e non apparteneva nemmeno alla buonanima di suo padre! A regalarglielo è stata una persona che lo ha reso infelice per gran parte della sua vita. “Perché lo porti con te?”, allora gli ho domandato. Mi ha spiegato che portare quel bracciale è una scommessa con se stesso, una metafora su come affrontare il nemico a viso aperto, senza disprezzo (che non è da gentiluomini) ma anche senza nessuna pietà. Bisogna amare i propri nemici, ricordarsi che essi esistono e che grazie ad essi, in qualche modo, esistiamo anche noi. E Pablo se lo ricorda. Se lo ricorda bene. Ogni giorno sceglie di indossare quell’oggetto. Ogni gesto che compie è accompagnato dalla figura sorda del suo angelo nero.
Sì! Pablo è così! Vive di queste cose, di questi strani ragionamenti, di queste false o almeno strambe convinzioni. Vi assicuro però che è molto appassionante seguire i suoi discorsi e io non riesco a far fede con la scrittura al suo modo avvincente di raccontare.
Una cosa è certa: dietro un braccialetto, un anello, una catenina c’è sempre una storia ricca di spunti che vale la pena ascoltare. Perciò, se uscite con qualcuno e non sapete proprio di cosa parlare, scrutatelo; osservate con attenzione polsi, dita, collo e chiedete spiegazioni.